martedì 27 gennaio 2009

Da "Il Gazzettino", legge sugli idiomi storici veneti del FVG

Giovedì 22 Gennaio 2009,
Trieste

Trasformare l'Arlef da agenzia regionale per la lingua friulana a una sorta di agenzia linguistica generale deputata a occuparsi anche della tutela e della valorizzazione dei dialetti e degli idiomi veneti del Friuli Venezia Giulia. E' quanto prevede la proposta di legge firmata dal capogruppo dei Cittadini-Italia dei Valori Piero Colussi, sostenuta anche da Sinistra Arcobaleno e gradita al Pd che la sta vagliando.
I dialetti venetofoni sono molto più diffusi nel Friuli Venezia Giulia di quanto si creda. Non c'è solo il litorale (da Muggia a Marano) - è stato detto ieri - ma lo stesso centro di Udine, dove tradizionalmente i ceti più agiati si esprimevano più in veneto che in friulano. Colussi chiarisce però che il livello di tutela non sarebbe lo stesso del friulano: non si prevedono interventi né nell'insegnamento scolastico né nella toponomastica. Si pensa piuttosto alla protezione di un patrimonio che secondo Roberto Antonaz (Sinistra Arcobaleno) «è non solo della regione ma di tutta l'umanità».
Tutelare dunque in modo diverso gli idiomi venetofoni, tra cui il bisiaco e il triestino – questa la filosofia che emerge dall'arco di Intesa Democratica. Ed evitare sperperi e contrapposizioni: di qui la proposta di non creare un'altra Agenzia. «Non è tempo di fare doppioni. In più ampliando l'Arlef – spiega Colussi – si possono superare quelle barriere culturali che appartengono a un passato da non incentivare», se è vero come ha rilevato il suo collega triestino Alunni Barbarossa che «la civiltà di un popolo si misura sulla tutela delle culture del passato». I nomi che incarnano questa civiltà sono tanti e di terre e tempi diversi: dal gradese Biagio Marin, al pordenonese Gianmario Villalta, al bisiaco Ivan Crico, al triestino Claudio Grisancich.
La proposta Cittadini-Idv-Sinistra Arcobaleno - che lascia vuota la casella relativa ai finanziamenti - è la terza sul tappeto del Consiglio regionale: due analoghe sono già state presentate dal centrodestra, primi firmatati rispettivamente Piero Camber (Pdl) e Federico Razzini (Lega Nord). La soluzione più probabile, secondo Colussi, è che si trovi una sintesi in sede di comitato ristretto, ma Antonaz non è fiducioso sulla disponibilità della maggioranza: «C'è in loro un atteggiamento diverso, quello di chi vuole fare degli idiomi locali un elemento di differenza, che crea muri e distanze».
L'esigenza di proteggere i dialetti si sta però diffondendo. Da tempo l'Associazione Armonia raccoglie firme per la tutela del dialetto triestino proponendosi a tutti gli interlocutori politici senza distinzione di schieramento e il Consiglio comunale di Ronchi già nel 2007 aveva approvato all'unanimità un ordine del giorno a favore della tutela della bisiacaria. Culture diverse, ma non meno importanti, che talvolta riscuotono apprezzamento nell'estero lontano. Come ricorda Crico, il gradese Biagio Marin è tradotto anche in Cina, a differenza di tanti autori in italiano.
P.P.

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